martedì 20 ottobre 2015

CHIAMIAMOLI PARAFULMINI OPPURE TUTTI I PUPI E LE PUPE DEL PUPARO

Chi come me non è più tanto giovane dovrebbe ricordare che Benito Mussolini si era circondato di una corte di leccaculo e di laudatori e incensatori che dalle sue labbra pendevano, e non solo da quelle, ma anche dalle sue brache.
Era la corte del Grande Capo carismatico del Fascismo. Gerarchi che rispondevano al nome di Alessandro Pavolini, Luigi Federzoni, Giuseppe Bottai, Achille Starace, Leandro Arpinati e giornalisti accondiscendenti come Luigi Barzini, Ugo Ojetti e Mario Appelius, quello che finiva ogni trombonata alla radio dell'EIAR con la fatidica frase "che Dio stramaledica gli inglesi", qualunque fosse stato l'argomento della slurpata.
Avrete notato che si tratta di soli uomini. Il grande Duce degli italiani le donne se le portava a letto, tutte, più una che lo seguì nella morte e nell'appendimento ai ganci di un distributore di benzina a Piazzale Loreto.
Non solo, ma il fior fiore dell'intellighenzia italica accorreva sotto il grande manto del Duce e ne innalzava le lodi, altro che stupidini e poveracci, TUTTI.
Quindi quella corte era molto ben congegnata e variegata.
Il nuovo aspirante Duce, il "vorrei tanto essere considerato il più bravo di tutti di questo secolo ed anche del prossimo" insomma il capo carismatico di questo regime nascituro che ancora riempie di merda i pannolini, preferisce invece circondarsi di galline sculettanti, di pecore e capre belanti, di elementi effettivamente dal sesso poco chiaro e dall'intelligenza assai ben nascosta, molto ben nascosta, così nascosta che quando la cercano non sono in grado di rintracciarla. E allora, poveri cristi, non possono che ripetere come pappagalli il verbo del Capo, imitandone addirittura gestualità e posa, cioè in sintesi lo stomachino leggermente in fuori e l'andatura a pendolo delle gambette ben addestrate in modo da non fare passi troppo lunghi né troppo corti, ma un qualcosa di mezzo suvvia, proprio come fa il Capo, che ha sempre un polsino della camicia nuova da sistemare, che fa tanto chic volete mettere.
Io li chiamo benevolmente i parafulmini, quelli votati alla cortina fumogena intorno al nume, per impedire che qualcuno possa avvicinarglisi troppo. La maggioranza sono donne, cioè a dire di Vittorio Sgarbi, sono le sue colf, le sue servotte compiacenti a tutto disposte pur di avere un posto nel paradiso terrestre che questo santone sta creando per loro.
Ma quando mai una Maria Elena Boschi sarebbe potuta diventare ministro di qualcosaltro che non fosse il riciclaggio di panni vecchi in una delle tante repubbliche delle cerase? Invece no, ragazzi. Firmerà la nuova Costituzione degli italiani, pensateci bene. E la Serracchiani che inopinatamente diventa Presidente della regione Friuli Venezia Giulia senza mai essere stata almeno una volta in mezzo ai friulani, che sono gente per bene che lascia vivere ma non per questo sono dei minchioni, che quando riferisce le parole auliche del suo sommo pontefice la vedi così ispirata, ma così ispirata da non cambiare mai nemmeno il tono della voce, che le esce come un lamento fugace dalla strozza.
In Sicilia c'è il teatro popolare dei Pupi, delle marionette. Vanno in giro per le piazze di paese alla domenica e nelle feste paesane di un certo livello.
I Pupi stanno lì, appesi in bell'ordine a disposizione del puparo, che li prende e li usa a suo piacimento. I pupi hanno la testa di legno, proprio come i ministri di Renzi, ma tengono la bocca chiusa, almeno loro, mentre il puparo dall'alto ne muove i fili e fa le loro voci, proprio come i ministri del governicchio Renzi, solo che loro la bocca la aprono per dire le loro stronzate. Siamo in un paese libero e democratico che diamine, ciascuno ha il diritto di dire la sua stronzata quotidiana, se il capo è d'accordo. 
E la gente applaude, proprio come succede ai pupi dei pupari siculi.
Questo mi rende felice e rasserenato, al punto che mi sono convinto di scrivere questo pezzullo baggianata di carattere politico, cioè di pseudo politica, cioè questa stronzata, ma anche io ho il diritto nella nostra Italia democratica di partecipare alla festa nazionale della superstronzata.



P.S.
Tranquilli amici, sto scrivendo una poesia, che mi costa un po' fatica, perché per me l'arte, la letteratura è anche dolore e fatica oltre che gioia. Non lo so perché e se qualcuno me lo volesse spiegare gliene sarei riconoscente.





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venerdì 9 ottobre 2015

IL RE È MORTO VIVA IL RE

Questo devo averlo letto su qualche vecchio libro di storia dei tempi del liceo, qualcuno di sicuro lo ha scritto, ma nel nostro caso non vale, è obsoleto, fuori moda, superato dai tempi. Noi, romani e no, diciamo oggi

il sindaco Ignazio Marino si è dimesso
ABBASSO IL SINDACO

Negli anni della mia vita, che non sono pochini, ne ho visti di imbecilli, di papaveri, di insolenti, di sciocchi patentati, ma ognuno di loro aveva qualcosa di non laido, di pulito, di umanamente accettabile, costui no, questo lemure aveva la spocchia del presuntuoso cretino, che discendendo dall'opimo nord nella città del casino quotidiano pensava di poter sistemare le cose con la mano sinistra, mentre con la destra avrebbe continuato a fare i comodi suoi.
Bastava vedergli fare durante i primi tempi del suo regno, e davanti a telecamere schierate naturalmente, la salita che porta al Campidoglio, in piedi sui pedali della sua bici, novello Fausto Coppi come a significare: ammiratemi romani, guardate come salgo senza scorta e non a bordo dell'auto di mia competenza, mira popolo, mira e ammira. 
Poi dimenticava la sua Panda rossa in divieto di sosta e nemmeno voleva pagare le multe, perché lui l'era il sindaco, signori, ma stiamo scherzando?
E via con le cene pagate con la carta del Comune di cui era sindaco, e via i soliti privilegi e mai una decisione che andasse pro le categorie cittadine, sempre cose astratte e senza senso. Vietare il traffico su Via dei Fori Imperiali, dove c'è sempre stato, da quando è stata costruita, perché quella strada non solo porta ai monumenti più famosi nel mondo -un nome solo il Colosseo- ma perchè è l'arteria che taglia la città in  due e collega il nord col sud. Ma lui Roma almeno sulla carta topografica la conosceva? 
Poi sono iniziate le bugie, che sono quelle che in fondo lo hanno fregato.
Ci viene a dire che non sapeva niente di quel che c'era sotto il tappeto, ma allora che razza di primo cittadino sei?
Poi se ne va in ferie nei Caraibi e a Roma la mafia fa un funerale stile "il Padrino" con petali di rosa che piovono dal cielo. Un caso politico, ma lui resta a fare immersioni, tanto chi se ne frega, ormai il mafioso è morto, il funerale è terminato e passata la festa gabbato lo santo, anche se non c'entra un cavolozzo fritto, e poi lui cosa poteva mai fare? E quando finalmente torna, infischiandosene che tra quattro mesi un Papa ha stabilito di fare un Anno Santo special e che questo, dati i tempi, potrebbe significare un massacro con l'ISIS che punta Roma, capitale del Cristianesimo, e un gran casino con i mezzi pubblici che funzionano come funzionano, cioè affatto, lui che fa? Se ne va in giro col suo sorriso stereotipato tirato sul muso, senza preoccuparsi di domande ed obiezioni, perché lui è al disopra di ogni sospetto, lui l'è il sindaco, signori, ma stiamo scherzando?
E poi la chicca bestiale, quella che lo pone al di sopra della montagna dei cretini di cui il nostro territorio montuoso come si sa è pieno: il viaggio a Filadelfia dove Francesco è appena arrivato al culmine del suo viaggio pastorale nelle due Americhe.
Ma certo! Voleva imitare il grande Matteo, che è andato a New York a presenziare la finale del torneo USA di tennis tra le due italiane, che senza di lui non potevano giocare. Ma stiamo scherzando? Se Renzi va a New York a vedere due che si scambiano pallate su un campo di cemento il sindaco di Roma capitale non può andare a presenziare la visita del Papa accanto al suo collega sindaco di Filadelfia?
Il Papa nega pubblicamente -mai visto prima- di averlo invitato e Marino dice allora che ad invitarlo sia stato il sindaco di Filadelfia. Peccato che quello non ne sappia niente.
E chi ha pagato sto bel viaggetto? E il soggiorno? E la limusine? Il popolo romano, che diamine, si tratta del signor sindaco perbacco.
E allora qualcuno del suo partito fa cader fuori le ricevute di cene e pranzetti vari per la modica somma di circa 20.000 euro in un anno e mezzo spesi dal signor sindaco per cavoli suoi, tentando di farle passare come spese di rappresentanza.
Uno schifo così in Italia non s'era ancora visto. Sta roba pensavo succedesse solamente nelle cosiddette repubbliche delle banane.
Ci ha impiegato una giornata intera per dare le sue dimissioni, ma mentre le dichiarava già minacciava di ripensarci, novello Sepp Blattner presidente della FIFA. che si dimette e poi ci ripensa, come certi pezzi grossi delle repubbliche delle banane appunto e delle cerase.
La sconfitta è non solo sua, ma del suo partito che lo ha candidato e sostenuto fino a quando non lo ha scaricato per salvarsi il culo, vero Renzi.
Ma io spero che ci siano conseguenze. Sono certo che l'omarino per scagionarsi vomiterà sul suo partito tutto il veleno che ha dentro e allora aspettiamo gli eventi: io credo che ci sarà da divertirci.