lunedì 3 febbraio 2014

TRE POESIE ANTICHE RIVISITATE


SUFFRAGIO


Suffragio: litoranea di misteri
accavallati.

Tetti roventi di sole,
rotaie aguzze come spade
e sassi fra le rotaie;
fumo di legna bagnata,
odore di legna bagnata
piena di istinti
compressi, inadeguati.

Non asfalteranno più strade né piazze.

Una preghiera antica
ha ancora senso
in
questo
paese?




NORMA


Aperta e liscia concubina alata,
ventre pianura, seni implumi,
zigomi d'acero, natiche d'erba petrosa;

latte tiepido
zampillo sul grido del rapace.

Pervinca abbandonata, blu cobalto.

Se piangi
se implori
qualcuno ti udirà.




QUALE


Inseguire il colpevole
fino in capo al mondo,
colpirlo e abbandonarlo trafitto;
oppure ignorarlo
e lasciarlo che muoia nella paura
della sua solitudine,
quale
di questi metodi
è il più crudele e piacevole?











12 commenti:

  1. Mi ha colpito Quale, mi ha ricordato le vendette di Diabolik :)
    Entrambi i modi sono ottimi, bisogna vedere il motivo della vendetta... e poi scegliere il più appropriato XD

    Moz-

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    1. Una vendetta trasversale, dici? Sei forte Miki!

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    2. La vendetta trasversale oddio... non mi esalta: colpisce chi non ha colpe.
      Però a seconda di quello che ti hanno fatto puoi immaginare cosa fare XD

      Moz-

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    3. Alludevo a quella di Diabolik, naturalmente.

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  2. grazie, la poesia ci porta sempre alti

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  3. Senza peli sulla lingua e vado..... 1) Ho storto il naso appena letto il titolo, che significa rivisitate? Nel senso che c'hai rimesso mano ? Spero di no....
    2) nessuna delle tre mi ha mosso qualcosa, ma questo è solo questione di gusto. Non sembrano neanche opera tua, forse l'ultima ma poi quel punto interrogativo mi guasta l'armonia.
    Ciao Vincè

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    1. Grazie della mancanza du peli sulla lingua, metodo che prediligo.
      1) Rivisitate significa poesie scritte alcuni anni or sono (una ventina circa) e cambiato solamente la lunghezza di ogni singolo verso. Poca roba, il senso restava integrale, anche le parole al loro posto originale.
      2)Su questo non oso intervenire, ma mi dispiace. È come se avessi esposto tre quadri e tu fossi passata davanti senza nemmeno fermarti un attimo, senza un balzo emotivo o un gesto di disappunto.
      Un disastro.

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    2. L'ho detto mi sono fermata sulla terza ma avrei omesso il punto interrogativo, l'interrogazione avrebbe dovuto porgersela il lettore spontaneamente...ecco è come se le righe precedenti si fossero abortite nelle ultime due. Questa discussione non mi piace, non voglio intervenire nell'opera di un poeta, se è così è perchè lui l'ha sentita così, a me non mi è andata, e questa volta l'ho detto, di solito non dico nulla...

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    3. Con me chi esprime la sua opinione è una persona degna di essere ascoltata, a prescindere; chi si astiene dimostra di non aver idee oppure di voler essere "carino", cosa che mi dà un fastidio che non ti dico.
      Siate bruttini e non carini, ma siate sinceri. Stop.
      L'interrogativo non è un difetto. Tuttaltro. Quello che viene ritenuto il più grande romanzo americano dai tempi di William Faulkner e cioè "Pastorale americana" di Philip Roth finisce con un punto interrogativo, e sai cosa scrive il critico del The Nes Yorker?
      "Pastorale americana è un romanzo di quattrocento pagine che finisce con un punto interrogativo. Questo è ciò che lo rende grande".
      Nota bene che io la poesia "Quale" l'ho scritta molto prima del 1997, anno dell'uscita di American Pastoral, esattamente dieci anni prima. Ma ho in fieri un manoscritto da anni che dovrebbe finire, anzi finirà te lo do in anteprima, con un punto interrogativo.

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  4. Vincè in un romanzo ok, ma nella poesia a me non piace, stop tutto qui, kica mi è antipatico il punto interrogativo a fine opera ahahahhaah notte carissimo

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    1. La prossima la faccio finire senza punteggiatura, pensando a te

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