venerdì 14 febbraio 2014

COSA RIMANE DI UN PADRE



Come un brivido lungo la schiena,
un lungo respiro,
più nulla.

Dura così poco morire.

Qualcuno ti chiama:
sali una scala di corsa
è ancora calda la fronte, sudata.

Conservi quella stilla di sudore
nel palmo della mano
come una reliquia:

evapora col pulsare
di una tua vena
e di lui non ti rimane più niente.



(14 febbraio - Omaggio per SF)


8 commenti:

  1. che tristezza quando qualcuno che amiamo va via. Anche fosse vecchio e malato.
    la bibbia lo chiama "il pungiglione della morte" perchè il dolore è forte e intenso come un pungiglione di ape che si conficca nella carne.
    abbraccia per me coloro che non hanno più sulle mani la goccia di sudore.

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    1. Quella goccia di sudore resta, indelebile, perché penetra dentro le carni del figlio, della figlia e non ne esce mai più.

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  2. Si fa fatica a nascere
    Ma si fa più fatica a morire
    Diceva lo zio di una mia cara amica
    Morto per un tumore alla gola
    Mi venivano in mente queste parole sabato sera al capezzale di papà
    Quando per ore ha dovuto lottare per ogni singolo respiro

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  3. La fatica -tremenda, uno sforzo prolungato- nel nascere la condividi solo con tua madre, che fatica più di te. La fatica -immensa, mi hanno raccontato quella di mia madre e di mio fratello, orribile- che fai per morire (non per "non morire" bada bene, perché la macchina sa che i giri sono conclusi) la condividi con tutti coloro che ti sono vicini in quelle a volte lunghissime -troppo lunghe- ore. E sono tutti adulti e tutti consanguinei strettissimi, che pertanto soffrono nella carne e nello spirito quella comune sofferenza. E quando è finita -lo dicevamo sabato pomeriggio- è una liberazione per tutti, con la differenza che il defunto finalmente si distende e gli altri invece si disperano. E te lo porti in cuore per sempre.

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  4. anch'io ho fatto in tempo a sentire la sua fronte ancora calda...

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