Questo è il titolo della mia ultima. Leggo in calce: 2/3 maggio 2012, ore notturne e diurne alla rinfusa.
Se voi permetterete che io mi scelga i sogni
allora lasciatemi essere un eretico,
ma non di questi tempi, dove va di moda
l'anti religione, l'anti politica, l'anti tutto, bensì
essere eretico da rogo di cinque secoli
fa, così da avere anche io una statua
a Campo dei Fiori, incappucciato e solenne
nel bronzo smerdato dai piccioni.
Eretico di Cristo e della sua croce,
dove non è stato mai inchiodato
perché dal bosco di Getsémani se l'era
squagliata di notte insieme a Maddalena
e la suo amichetto Giovanni, per dirne una
e far contenti tutti, gli etero e gli omo,
che pullulavano allora come adesso.
Eretico di Papi e di Papocchi, da Enea Silvio
Piccolomini a Karol Woityla, disceso
a Roma per farsi fare santo, a Joseph
Ratzinger, che santo diventerà pure lui
e già s'è scelto la piazza per il suo monumento,
e che glielo scolpiscano subito purché
raggiunga alla svelta il polacco su nei cieli
o giù nell'Inferno, dove fa più caldo e non
ci sono spifferi. Eretico della Madonna
e di tutte le vergini un po' puttane, santificate
negli ultimi duemila e passa anni di
oscurantismo e odio spirituale.
Un bel sogno, pensate? Una gran fregatura,
perché roghi non se ne accendono ormai più:
una metà del popolo si abbevera dello
sputtanamento degli eretici sui giornali
di gossip e magari sulla TV di Stato;
l'altra metà della gente li osanna
come eroi di pezza e mette il loro nome
sopra il simbolo di un partito alle prossime
elezioni regionali. E ti succede come
se leggessi il tuo nome sui muri di tutte
le latrine pubbliche nelle stazioni ferroviarie
e nei sottopassaggi della metropolitana,
con sulla faccia volgarità scritte col pennarello
nero e luridi disegni osceni.
Allora lasciatemi sognare di essere
un inventore di macchine da guerra alla
Leonardo, o di ponti sugli oceani
senza piloni di appoggio, o di satelliti artificiali
che non vanno in orbita, ma schizzano
dritti verso il sole, il nostro o quello dei vicini,
alla ricerca di colui che chiamano Dio
e che vorrebbero che sapesse già tutto, e da sempre
lo sapeva e niente faceva, e adesso niente faccia
perché l'assoluta perfezione è l'assoluta
immobilità. E allora questo Sputnik, che vola
dritto verso il suo unico occhio triangolare,
è l'errore assoluto di questa Umanità
fottuta fin dalle origini perché mai
rimase immobile a contemplarsi.
È l'impari lotta tra la miseria imperfetta
e la sublime ricchezza della perfezione;
ma qualche volta i piccoli vincono
se i grandi sonnecchiano, e noi speriamo
che la palpebra scenda sull'unico occhio
triangolare un attimo prima che lo Sputnik
lo perfori e lo mandi in miliardi di pezzi.
Fate dunque che io sogni di essere il padrone della crisi
globale, il protettore di ogni crescita economica
degli ultimi cinquant'anni e il responsabile
del collasso conseguente a ogni crescita;
insomma il signore del petrolio,
il padrone della bilancia del mondo,
il depositario del grande segreto, del
supremo enigma che sposta avanti e indietro
le lancette del tempo, da qui all'eternità
e dall'eternità fino al momento in cui sto
respirando, il creatore e il distruttore
del danaro e delle riserve di danaro
in tutte le banche del mondo, il procacciatore
di ogni guerra, il distruttore di ogni pace.
Ma rimarrei l'unico uomo al mondo
in troppo poco tempo e il gioco
non mi potrebbe divertire troppo.
Quindi che cosa sogno per non restare solo
con le mie paure, ora che ho aperto i cancelli
e le ho scatenate lungo le cento strade
della mia anima inaridita
come argilla vecchia? Niente, è la risposta; nulla,
nessun sogno. La ricetta era scritta da tempo
da qualcuno che non conosco:
"ripassa al rallentatore le pagine
più vecchie del tuo taccuino,
dove sta scritta tutta la tua storia.
Divertiti così, alla maniera dei poveri
e non rompere più i coglioni
vecchio cane randagio".