giovedì 8 luglio 2010

PER UN RITRATTO ALLA GUSTAV KLIMT

Per anni ho odiato il "Bauhaus", la "Secessione viennese", il "Cavaliere blu" e tutto quel che aveva a che fare con lo "Jugendstil" o Liberty, che dir si voglia.
Lezioso, raffinato, raffinatamente e leziosamente artificiale, ho pensato e giudicato per anni.
Poi una piccola crisi economica -un maledetto bisogno di pecunia, di grana, di lattuga, tasche vuote insomma- mi ha costretto ad accettare un orrendo contratto: dipingere quattro quadri di grande formato TOTALMENTE e INDECOROSAMENTE Jugendstil.
La mia committente, Frau Annalise B., aveva idee chiarissime. Sborsò tanti bei soldoni, ma dopo aver spremuto da me tutta la mia capacità di artista.
Eh, sì! Perché bisogna essere bravi artisti ed eccellenti trasformisti per azzeccare quattro quadri su temi fino allora detestati con uno stile aborrito.
Li dipinsi e Frau Annalise B. li espose permanentemente nelle sale del suo bel locale a Monaco di Baviera.
Erano firmati e datati e a qualcuno venne voglia di tenerne uno simile in casa sua. Non nego che le telefonate che ricevetti con richiesta di quadri simili a quei quattro mi sollecitassero uno strano prurito al mio orgoglio professionale, ma tenni duro e mi liberai degli scocciatori sparando cifre astronomiche come compenso.
Se accettano almeno ci guadagno un bel po' di soldi, devo aver pensato; ma tutti riattaccavano il telefono in gran fretta e piano piano il pericolo cessò, e nessuno mi telefonò più.
Ma un pomeriggio, a mia insaputa, AM è entrata in quel locale insieme ad una amica.
"C'era un pianista che suonava bellissima musica. La mia amica c'era già stata e voleva tornarci."
Così va la vita: l'amica guardava il pianista, lei guardava i quadri alle pareti e ha scoperto i miei quattro nudi di donna in Jugendstil.
Così mi ha costretto a dipingergliene uno a mezzo busto.
"Studia bene il soggetto, poi fammi il ritratto. Però usa una mia foto: voglio essere sorpresa a lavoro ultimato; non faccio pose."
Studiare bene il soggetto! Ma dai!
Ho spudoratamente copiato "Giuditta" di Gustav Klimt, che ha appena accoppato Oloferne e ne regge la testa che ha staccata dal tronco. Al posto della testa io ho dipinto fra le mani di AM un vaso con radici pendule di una orchidea.
Ho usato una tecnica antica: velature successive per raggiungere un intenso colore ambrato per la pelle nuda del busto. Una volta asciugata l'ultima velatura ho ricoperto il busto con una veste trasparente -altre velature- usando Terra di Siena bruciata e molto, moltissimo olio di noce.
Per esprimere l'intensità del suo volto ho usato la foto di un suo sorriso radioso.
I capelli sono i suoi -come erano quando la vidi la prima volta- rosso bruno mahagoni. Tanti, tantissimi capelli lasciati liberi di volare verso l'alto, per metà fuori dalla tela.
Un effettone su AM, un trionfo per l'artista.
"Vedi che se vuoi!" Il suo pacato commento.
Firmato, datato maggio 2003. Dietro, sulla tela ruvida, ancora firmato e datato, con una nota: "Unicum". Cioè a dire: non ti fare venire idee strane; non ce ne saranno altri.
Da allora sta appeso alla parete nord della nostra camera da letto. Quando litighiamo lei lo stacca dalla parete e lo appoggia sul pavimento rivolto verso il muro.
Appena il quadro è di nuovo al suo posto e mi guarda so che la buriana è passata.
Di salite e discese ne ha fatte diverse in questi anni e io aspetto sempre la prossima.
Sono testardo io, maledettamente testardo se mi ci metto di impegno.

2 commenti:

  1. Bello, questo quadro che si gira e rigira a ogni colpo di vento della vita a due.
    Incontrai per la prima volta Giuditta che uccide Oloferne nel libro "la passione di Artemisia", (biografia romanzata di Artemisia Gentileschi), ma la Giuditta che preferisco in assoluto è quella dipinta da Caravaggio,
    http://www.thais.it/speciali/Caravaggio/foto/GiudittaeOloferne1599.jpg
    per l'espressione concentrata ma anche impassibile della donna, come se stesse risolvendo una equazione matematica e non decapitando un uomo. Come se la sua vittima non fosse una persona.
    Questo quadro lo metterei davanti al letto di ogni uomo che ha fatto violenza a una donna, senza possibilità di rimuoverlo.

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  2. Mamma mia! Pensavo che le donne volessero tagliare ai violentatori una particolare appendice, ma non la testa.
    Anche la Giuditta di Artemisia Gentileschi è molto interessante, come tutta la sua pittura. Se poi pensi a quanto ha dovuto subire, perfino un processo con tortura, altro che tagli della testa ai suoi accusatori.
    Caravaggio è forse il mio pittore preferito, perché Sta avanti duecento anni ai suoi contemporanei, ma anche perché era assolutamente un individuo libero fino all'esasperazione ed al delitto; ma sempre se stesso, nel bene e nel male.
    Ma la Giuditta di G. Klimt in confronto è un disegnino di un ragazzino delle elementari; non come tecnica, ma come contenuti: Scordati l'espressione concentrata e fredda della donna, che ha già troncato la testa di Oloferne. Nell'espressione della Giuditta di G.K. c'è l'orgasmo della lussuria.
    Assolutamente fuori posto.
    Nel mio quadro, naturalmente, manca del tutto. C'è piuttosto uno sguardo dolce di chi crede nella bellezza, nel futuro e nell'amore.
    Forse per questo fa su e giù. Chissà?

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