giovedì 15 luglio 2010

ALESSIA E FABIO

A settembre faranno tre anni che sono venuti al mondo Alessia e Fabio, i due gemellini di mio figlio Federico.
In tutto questo tempo non ho fatto altro che tenerli d'occhio e compararne le diverse personalità, i diversi comportamenti.
Io ho avuto quattro figli, prima due femmine poi due maschi, ma uno alla volta, a distanza di due o tre anni gli uni dagli altri.
I paragoni si fanno sempre, continuamente. Credo che sia l'occupazione preferita di tutti i genitori, che ricordano tutto, ma proprio tutto del figlio nato prima e fanno confronti. Ma alcuni particolari sfumano e si confondono. Così padre e madre finiscono col litigare, magari per una scemenza, come quasi tutti i litigi in fondo.
Per esempio dice lui: "Guarda come tiene il bicchiere mentre beve. Tutto sua sorella. Ricordi?"
"Ma no; lei lo teneva inclinato a sinistra. Non mi dire che già lo hai dimenticato." Risponde lei.
Oppure: "Guarda come strappa il giornale di papà dall'alto al basso -dice lui- come faceva sua sorella, tale e quale."
"Proprio il contrario -risponde lei- l'altra li strappava a metà. Vedi che non la stavi nemmeno a guardare perché era una bambina!"
Ogni giorno una scoperta; ogni giorno un paragone; ogni giorno una lite. E meno male che di notte si dorme.
Alessia e Fabio sono nati insieme. Crescono insieme, si muovono quasi sempre insieme; all'unisono se si tratta di arrivare per primi ad appropriarsi di un giocattolo, a impossessarsi di qualsiasi cosa potrebbe cadere nelle mani dell'altra o dell'altro.
È facile distinguere le differenze fondamentali: Alessia è femmina, sicura di sé, autonoma; non chiede mai aiuto perché fa tutto da sola. Insomma è assolutamente indipendente.
Fabio è maschio, incerto, insicuro e pavido, poverino. Con un eterno sorriso stampato sul musetto per condizionare gli altri, che non gliene vogliano, che non gli chiedano di dare il massimo.
Insomma tra i due si possono rilevare le enormi differenze che esistono oggi tra maschi adulti e femmine adulte. Nei due gemellini di mio figlio Federico vedi la miseria del mondo di adesso.


PS. Questa mattina, per la prima volta, ho fatto una cosa che ogni donna sposata amerebbe che il proprio marito facesse.
Questa mattina alle 7,30 ho pisciato seduto.
Sono definitivamente disceso dal mio piedistallo di uomo dominante dove mi ero barricato, arrivando al punto più basso, più infimo della mia carriera di uomo, identificabile nella tazza di un cesso.
Volevo provare il brivido della perdizione, di quando non c'è più niente da salvare e l'ho provato.
Adesso so che non lo farò mai più.
Mantenere la posizione eretta in quell'atto quotidiano, pluriquotidiano, significa manifestare e testimoniare a se stessi di esistere, di vivere da uomini liberi.
Non si può scendere a patti con la tazza del cesso, non si deve.
Morire pisciando in piedi questo sarebbe il massimo.
Mai accucciarsi come fanno le cagne, le gatte o le coniglie selvatiche.
Mai più.

2 commenti:

  1. Non ti si è filato nessuno, povero il mio post solitario. E io sentivo 'stanotte i tuoi guaiti rivolti a me: "vieni a trovarmi almeno tu, che mi hai messo al mondo; altrimenti perché mi hai scritto?"
    Hai ragione, amico mio, e adesso sono qua a farti compagnia, a non lasciarti come un barbone accovacciato in un angolo di una stazione.
    Strano, però: pensavo che un uomo che piscia seduto fosse un argomento interessante per quel vastissimo e variegato gruppo di signore, che entrano nel cesso subito dopo che ne è uscito il marito, controllando il pavimento millimetro per millimetro, per poi ululare "P O R C O N E, guarda qui il guazzo che hai fatto!!!"
    È un assai usato sport muliebre per ventilare i polmoni, e funziona sempre -guarda caso- perché una goccetta vezzosetta c'è sempre lì sul pavimento.
    Non ho mai capito come fanno le mogli e scoprire lo sporco anche dove non c'è, non l'ho veramente mai capito, ma grazie a dio non sono il solo a non averlo capito...

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  2. ho un caro amico che, sposato, ha avuto due figlie femmine e dopo alcuni anni altre due, gemelle, per un totale di 5 donne in casa. Al di là dell'esilarante racconto su come ha accolto l'ultima gravidanza, il risultato è che ha inevitabilmente abbandonato l'aristocratica posa eretta e ha adottatto quella seduta....e resta un grand'uomo!
    Quanto al resto, personalmente sono una di quelle rarità che ricorda ben poco dei propri figli in tenere età, forse anche perchè trascorro molto tempo con loro e inevitabilmente mi si ingolferebbe il mio già poco capiente cervelletto. Men che meno poi mi applico nel deplorevole esercizio del paragone: ognuno ha vita propria, grazie a Dio, e tale deve restare, grazie agli uomini...

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