martedì 22 giugno 2010

DUE ATTI UNICI

Ti frego in volata, bella mia

Da qualche parte ho letto recentemente che sostenere un blog, commentarne i post eccetera, significa partecipare con idee proprie e farsene venire leggendo quelle dei blogger.
Niente di più condivisibile in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante.
Leggendo infatti commenti e post che parlano solo del primato della donna nell'universo; del privilegio di essere nata donna; del fatto che la donna lo sa meglio e lo sa prima (penso voglia dire che lo fa meglio e prima); del vantaggio di avere 48 cromosomi con tante belle coppiette di X e nessuna Y infiltrata a infettare il tutto; insomma nell'ascoltare questo concerto di vuvuzela, che finalmente -vivaddio- ridanno a Cesara quel che è di Cesara, mi è venuta una gran voglia, un gran prurito di unirmi anche io al coro di chi applaude generosamente.
Sì, è vero, lo confesso: mea culpa, mea maxima culpa, sono purtroppo nato maschio MA ho sempre desiderato in cuor mio essere donna nel senso globale, come capacità di donare e donarsi che solo la donna-madre-sorella-amante-amica possiede.
Mi torna in mente la donna più donna che ho conosciuto: quella che in una lunghissima notte invernale ha rischiato la vita per me, per farmi venire al mondo e diventare quello che sono.
Di questa mia madre appena acquisita non posso ricordare nulla, ma immaginare il calore dei suoi seni piccoli e sodi -che più tardi amavo carezzare-; posso immaginare la morbidezza della voce; lo sguardo pieno di amore ansioso.
Posso immaginare quel che ha sicuramente fatto e detto per calmare le mie paure di nuovo arrivato, perché lo fanno tutte e l'ho rivisto e risentito fare ai miei figli dalla madre dei miei figli.
La strada che la mia ha percorso poi insieme a me, quella la ricordo ancora oggi, fatta di scappellotti e di buone maniere; di consigli e rimproveri, ma anche di tanto amore e tanta dedizione.
Mi aveva insegnato a fare il segno di croce tenendomi la destra nella sua, e ha continuato quel rituale anche quando ero grande. L'ultima volta che lo abbiamo fatto insieme era un tardo pomeriggio di agosto: mi salutava così, prima che ripartissi, e io avevo 54 anni.
Non l'avrei più rivista viva.
E non lo sapevo.


Amarcord

Però è anche giusto a questo punto sorreggere sotto le ascelle questo maschio barcollante, pieno de bozzi, de ficozze e coll'occhi muffi.
Ce l'hanno tutti con noi.
Perché siamo goffi; perché siamo brutti e pelosi; perché ci puzza il fiato; perché ci puzzano i piedi; perché bestemmiamo; perché ci grattiamo in pubblico; perché pisciamo sui muri; perché non pisciamo dentro la tazza; perché non ci decidiamo a pisciare seduti sulla tazza; perché spesso dopo aver bevuto una birra ruttiamo; perché dopo aver bevuto acqua frizzante ruttiamo; perché dopo aver bevuto acqua dal rubinetto ruttiamo; perché anche senza aver bevuto ruttiamo; perché ruttiamo; perché sbagliamo deodorante e dopo un po' puzziamo più di prima; perché ci ficchiamo le dita nel naso; perché ci puliamo le orecchie con le dita; perché non ci facciamo la barba due volte al giorno; perché...perché...perché...perché siamo maschi.
Dalle stelle alle stalle: mai detto fu più azzeccato.
Penso ai bei tempi antichi, quando le donne tenevano la voce bassa per non disturbare i signori uomini che blateravano tra loro; quando si ritiravano in una stanza a recitare il rosario; quando le trovavi solo in cucina e in lavanderia; quando per farle accorrere bastava un fischio; quando...quando erano mummie e basta.
In quel tempo gli uomini regnavano, comandavano e facevano la guerra; gli uomini legiferavano, pontificavano e facevano la guerra; gli uomini pilotavano aerei, comandavano navi, conducevano treni e facevano la guerra; gli uomini costruivano città, costruivano ponti sui fiumi, costruivano grattacieli e dighe e facevano la guerra.
E quando gli uomini -quelli che riuscivano a tornare a casa dalla guerra- entravano a sera tarda nella stanza da letto dove la sposa fedele aspettava in silenzio, facevano il loro dovere coniugale senza far troppe chiacchiere, poi si giravano e si mettevano a dormire. Non dicevano nemmeno "buona notte", ma la sposa fedele non si lamentava.
Fino alla prossima partenza, fino alla prossima guerra.
Belli, straordinari, magnifici tempi antichi che purtroppo non torneranno mai più.

6 commenti:

  1. Eppure... eppure... DEVE pur esserci, lo sento, da qualche parte, in QUESTO pianeta, un uomo che non puzza, non beve a canna, non rutta, piscia senza sporcare, si lava le mani dopo aver pisciato, (grave dimenticanza del tuo elenco) non bestemmia, profuma di dopobarba e di sapone, non legifera, non pontifica, non va in guerra e dice buona notte amore, e anche qualcosa di più originale, DOPO.
    Ma dove è? Dove è? DOVE E'?
    Oceano ... mare... acqua... spegnere picì e attraversare ingresso... fuochino... percorrere corridoio... fuochino...entrare nella seconda camera ... infilarsi nel letto... FUOCO! ah, eccolo, dov'era finito. Mi pareva, che C'ERA.

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  2. Donna fortunata: ti trovi vicino un fenomeno!

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  3. E' un po' un gioco delle parti: per poter continuare a infilarsi in quel letto, l'essere umano col pene finge ruffianemente di dire che l'essere umano con la... vulvuzela gli è superiore, visto che all'essere umano con la vulvuzela piace tanto sentirselo dire.
    Potrei parlare anch'io delle tante figure femminili della mia infanzia (la più eroica e dolce, la mamma, le più stronze e oppressive, qualche suora e qualche zia), o magnificare i maschi che amano la bellezza del gioco mentre le donne pensano alla preghiera (pregando un dio maschio e maschilista...) ma preferisco, visto che battutista sono, buttarla in battuta, ovviamente finto-misogina:
    "L'uomo e la donna sono stati creati con la stessa quantità di pongo: quello che per i maschi è servito a modellare il cervello (e l'uccello) per le femmine è andato quasi tutto in tette"...
    Io comunque amo la varietà: un XY non può essere peggiore di XX, anzi... :-)))
    E a chi fa (giustamente) notare la rozzezza scimmiesca della maggior parte dei maschi, rispondo con l'altra paradossale battuta di quello scrittore che disse: Più stupidi delle donne ci sono "solo" i maschi eterosessuali...

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  4. Nik, alla mia età non sono più né maschilista né femminista. Do del lei alle signore e signorine, capisco al volo se sono un tantino intelligenti, molto intelligenti o solo delle stronze che fanno finta. Chiamo stronze quelle intelligenti e dichiaro la mia ammirazione per l'intelligenza di quelle stronze. Più sono stronze e più ci godono a sentirsi lisciare il pelo per il giusto verso.
    A letto sono andato -nei miei bei tempi antichi- con entrambe le categorie, ma si sa che quando si è giovani non si guarda tanto per il sottile, soprattutto si guardava a quella che ci stava.
    Ho però sposato una intelligente, e meno male che è intelligente, perché anche lei ne dice e ne fa di stronzate, almeno quanto suo marito.
    Sono un ottimista e questo mi ha sempre salvato.
    Il guaio è che io lo stesso trattamento lo faccio con i maschi, quelli che si chiamano e vogliono essere chiamati uomini.
    Anche qui stronzi e intelligenti e più sono stronzi più si credono intelligenti.
    Come vedi, bisogna essere ottimisti e tirare avanti.
    Ciao Nik; mi è piaciuta quella del pongo, ma la sapevo già. L'ultima paradossale battuta dello scrittore non la conoscevo e me la segno subito.
    È proprio bbbuona!!

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  5. Non so dove avevi già visto del pongo, ma in ogni caso per me è una cattiva notizia:
    se l'avevi letta da me, perché odio essere ripetitivo;
    se l'hai letta da altre parti, perché me l'hanno rubata...
    Ciao grande Enzo!

    (p.s. naturalmente parlando di ruffianaggine non mi riferivo a te, ma a sviolinate furbette come quella di Ligabue di cui si parlava l'altra volta...) :D

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  6. L'avevo sentita tanti anni fa e non era pongo sicuramente ma adesso la memoria mi frega, comunque un altro materiale di sicuro.
    Non sentirti defraudato, si tratta gira gira sempre delle stesse cose. Pensa che io una quarantina di anni fa, durante una festa grossa in famiglia nella casa paterna raccontai una bella barzelletta, facendoli pisciare addosso tutti quanti. L'anno scorso mio nipote -il figlio di mio fratello-, che allora aveva nove anni, me l'ha raccontata come nuova e originale del nuovo repertorio romanesco e c'è rimasto malissimo quando gli ho spiegato come stava la storia in effetti.
    Ciao grande Nik!

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