martedì 4 maggio 2010

SECONDO INTERVALLO - NOTTURNO - OVVERO: "LA VERITÀ È UN SEMAFORO ROSSO"

Due cose sensazionali sono avvenute stanotte: non mi sono svegliato tra le 3 e le 4 -succede da almeno venti anni-, ho tenuto duro fino a stamattina come una roccia antica; ho sognato mia madre, che ha parlato a me.
Perché mia madre? Perché stanotte? Perché ha parlato stanotte, che non lo ha fatto mai le rarissime volte -due- che mi è entrata nei sogni? Perché ha parlato in tedesco, lei che non conosceva 'sta lingua? Perché proprio quella antica frase di nonna Emme?
"La verità è un semaforo rosso".
Mia madre stanotte appena arrivata mi ha detto: "Die Wahrheit ist eine rote Ampel". La stessa cosa, ma in tedesco suona come una sentenza, vuoi mettere. Perché 'sta sentenza?
"Wir sind in Urlaub" siamo in vacanza, dice mia madre.
Lo vedo, mamma: ho la macchina piena di pacchi e di vestiti. Lei siede accanto a me; dietro una donna giovane. Mia moglie? Non la conosco, ma da qualche parte l'ho già vista. Dove? Quando? Ma è così importante saperlo?
Non parla mai, sorride; mi sorride; tiene a bada una bambina bionda di pochi anni -quattro? cinque?- coi capelli ricci.
Ma chi è? Mia figlia?
Si sa com'è nei sogni: verità poste e accettate.
Die Wahrheit ist eine rote Ampel.
Siamo in vacanza. Io guido la macchina. Ma dove siamo?
Nel Nord. In qualche parte del Nord, in qualche paese del Nord. Dove andiamo? Ancora più a Nord. Nel Nord del Nord.
A Nord.
È giorno oppure è notte?
È sogno. È quella luce obliqua di sogno, nel tempo di sogno, dentro lo spazio di sogno.
Il sogno-spazio, il sogno-tempo, la sogno-luce.
La sogno-esistenza.
La sogno-verità.
E adesso torniamo. Perché? Non so, non lo da imposto nessuno; ma tutti si accorgono dentro la macchina che stiamo tornando.
E piove.
Ho fermato la macchina. Ne ho tirato fuori mia madre, tenendola in braccio. La depongo a terra, sull'erba. Sembra che dorma. Non voglio che si bagni e la ricopro con una incerata trasparente. Respira mia madre: vedo l'incerata che si solleva leggermente all'altezza della sua bocca, e leggermente le si riabbassa sulla bocca.
Ma dove siamo?
Nel bosco di Montalto di Castro.
Ma c'è un bosco a Montalto di Castro?
Un secolo fa c'era, e questo qui è un bosco.
Nel bosco lascio mia madre e riparto.
Arrivo.
Civitavecchia? Santa Marinella? Santa Severa?
Un posto così. Una città così.
Ma non posso lasciare mia madre nel bosco di Montalto di Castro.
La donna che non conosco, ma che ho visto da qualche parte non protesta.
La bambina è tranquilla. Avrà cinque anni, Capelli biondi e ricci. E quegli occhi color pervinca? Chi aveva occhi color pervinca nella nostra famiglia? Nessuno, solamente questi due qui.
Ritorno nel bosco di Montalto di Castro.
Ci viene incontro il cane. Noi avevamo un cane. Mia madre aveva un cane. Tomasino.
È Tomasino questo?
Sicuro: è Tomasino. Mi fa le feste, dimena la coda, guaisce. Ma Tomasino era grigio e questo è nero. Anzi, è blu di Prussia, scuro scuro. Ma è Tomasino, che non ha lasciato sola mia madre nel bosco di Montalto di Castro.
Lei è lì che mi sorride.
Non si è arrabbiata. Non piange. Non grida "Perché mi hai abbandonata?"
Ma non l'avevo abbandonata, c'era Tomasino.
Mi guarda, mi sorride e mi parla:
"Die Wahrheit ist eine rote Ampel".
Ho capito, mamma. Grazie, mamma.
Giocherò il 47 e il 48, mamma.

Alle 6,25 sono sveglio, in cucina. Bevo un bicchiere d'acqua.
Penso al mio sogno, finito cinque minuti fa.
La verità è un semaforo rosso.
Ma quando scatta il verde, cosa è?

4 commenti:

  1. Sono rimasto stregato dall'atmosfera del sogno, ma non ho risposte per l'enigma.
    Dico soltanto: buon anniversario ragazzi!

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  2. ho letto il post due volte, -lo sai, che sono un pò tarda- e per due volte ho letto "LA VITA E' UN SEMAFORO ROSSO" invece che "la verità è un semaforo rosso". Secondo me tu hai fatto una domanda, a tua madre, in tedesco, una domanda alla quale non trovavi risposta, e lei ti ha risposto così, così come la mia svista, perchè ti vuole bene. Io la ascolterei.
    Anch'io ho scritto un post sulla verità, tempo fa, ma è ancora in bozze, chiuso nel suo bozzolo.

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  3. * Grande Marziano. Sei glaciale e graffiante; con una parola hai scritto un romanzo breve. OK!

    Zzzio. Mi piace averti stregato. Forse se chiedevi lumi alla Sensona, che sa tutto di tutti, ti spiegava l'enigma. Grazie, grazie per gli auguri.

    Simba. Domande a mia madre ne ho fatte tantissime, tutte in italiano, perché lei mi capisse, soprattutto dopo che mi ha lasciato.
    Ti ho raccontato che mi ha dimostrato già tutto il suo amore, seppure io ne avessi il bisogno, dopo morta, una settimana dopo. A me basta.
    Tira fuori dal bozzolo quello che hai scritto.
    Magari dacci una riletta, per correggere i refusi e lascialo vivere di vita propria altrimenti realizzi per lui la tua svista "La vita (per il tuo post imbozzuolato) è un semaforo rosso"
    Ormai lo hai preannunciato e lo devi far uscire.

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