mercoledì 10 febbraio 2010

MIO NIPOTE ALESSANDRO FA IL TERZINO

Mio nipote ha un fisico bestiale: ha fregato i suoi due zii e sorpassato in curva suo nonno edizione anno 1954. Alessandro fa sport attivo da quando aveva sette anni. Un bravo ragazzo: calcio e studio, studio e calcio. Niente altro in testa. Arrivato oramai ai fatidici venti anni, che chissà perché per un uomo sono un traguardo tanto importante e ambito, può fare un bilancio positivo della sua giovane vita. Promessa, quasi certezza del pallone; abitur ottenuta regolarmente allo scadere del tredicesimo anno scolastico (mai ripetuto, mai portato debiti), svolge attualmente il suo obbligatorio servizio militare, perché di cittadinanza tedesca essendo suo padre tedesco. A giugno finisce e decide se tentare la vita militare come ufficiale, oppure provare in una Università. Sarà una decisione sua e tutti in famiglia siamo convinti che sarà una decisione ben motivata e argomentata.
Fa fitness come tutti i giovani per bene che conosciamo, non ha mai fumato, non beve birra, non beve vino, ma solamente aranciata ed acqua minerale. E guarda le donne come fossero veleno. E questo aveva preoccupato tutti, non poco.
"Ma che ha? -chiedeva Annamaria- Non gli piacciono le donne? Non sarà mica..."
"Ma che diavolo vai a pensare? -rispondevo sistematicamente io- Succedeva anche a me quando ero molto più giovane di lui di vergognarmi con i miei genitori di farmi vedere assatanato. Vedrai che sotto sotto ci sta pensando da un pezzo e prima o poi la trova quella giusta".
Poi ha fatto l'incidente sul ghiaccio con la macchina. Quando me l'hanno detto ho chiesto dove fosse successo.
"All'uscita dell'autostrada che da Stoccarda porta a Tübingen"
"E che cavolo ci faceva a quell'ora in una notte da lupi su quella autostrada?"
"Avrà un amico laggiù"
"No, carini; non vai a cento all'ora sul ghiacchio per andare da un amico. Deve avere i tacchi a spillo 'sto amico"
L'amico si chiama Sara, occhi neri un po' a mandorla, diciotto anni. Studia all'Uni di Tübingen e lui ci andava da oltre due mesi, senza che nessuno sapesse niente. Un tipo Alessandro che si fa gli affari suoi senza fare pubblicità. Zitto, zitto. Hai visto che roba!
Per questo ragazzo siamo stati in ansia quando aveva dodici anni. In quel periodo della sua vita così importante per la sua formazione gli si è infranto un sogno: la sua famiglia si è sfasciata e suo padre, che adorava, se ne è andato con un'altra. Più che infrangersi un sogno, è naufragato il suo mondo. Ricordo di avergli sentito sussurrare una frase che mi ha agghiacciato: mormorò a se stesso "Ist diese Frau für ihm wichtiger als wir?" Cioè: è questa donna per lui più importante di noi?
In quel momento gli deve essere crollato tutto intorno e lui si è sentito solo e abbandonato.
Noi facemmo quadrato intorno a nostra figlia, l'abbandonata numero uno, a Cristina che aveva quattordici anni e al ragazzo. Pensavamo che da quel momemto in poi sarebbe successo di tutto per i due piccoli; pensavamo all'alcool alla droga e a chissà cosa. Si leggono cose gravi sul conto dei figli di genitori divorziati. Cosa è successo? Cristina ha perso un anno scolastico, perché ha preso in mano la situazione, dato che sua madre era KO. Ha trascurato la scuola per rimettere in piedi sua madre. L'anno successivo ha ripreso brillantemente fino all'abitur e adesso sta all'Università. Ad Alessandro non è successo assolutamente niente. Ha studiato di più, migliorando il suo rendimento e la sua media; si è allenato con più caparbia migliorandosi nel suo amatissimo sport.
Adesso gioca in una squadra di lega regionale, equivalente alla nostra C2 di una volta. Gioca in difesa ma corre anche in attacco e fa dei cross al bacio.
L'ultima partita sulla neve c'eravamo anche noi, Annamaria ed io, i miei due figli e le loro mogli.
Hanno vinto 2-1 e lui ha difeso come al solito benissimo ed ha fatto la Flanke -il traversone- per il secondo gol.
"Ma che fa lui in questa squadra?" mi ha chiesto Annamaria.
"Che domanda è? Che vuoi sapere?" le ho risposto.
"Dove gioca, davanti o di dietro?"
"Di dietro: fa il terzino"
"E allora perché sta anche davanti?"
"Perché è un difensore moderno. Si gioca così oggi"
Non sapevamo ancora niente di Sara, altrimenti avrei detto ad Annamaria che lui giocava così perché la partita finisse prima, in modo di squagliarsela dalla sua pischella.

3 commenti:

  1. Auguro ogni bene ai tuoi nipoti. Sono soprattutto i giovani che ho nel cuore, noi ormai siamo in una botte di ferro ma loro....il loro futuro è più incerto che mai, almeno qui in Italia, in Germania non so.

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  2. ALLARME ROSSO:
    qualche minuto fa ho ricevuto le tue mail, ti ho anche risposto ma dopo qualche secondo mi è arrivata la comunicazione che il recapito era fallito! Ho riprovato 2 volte ma niente! Allora ho provato con Silvia e con lei tutto ok, ho anche mandato una mail a me stessa ed è arrivata! Speriamo che col tuo indirizzo sia un fatto provvisorio. Ciao

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  3. Complimenti ad Alessandro, a chi l'ha cresciuto e anche ai nonni, credo. I momenti difficili li puoi superare, anche in età delicata, se hai avuto qualcuno che ti ha amato prima e che ti ama ancora, mentre.

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