giovedì 9 luglio 2009

Mi devo dare una calmata

È ciò che pensa Giulia Fabbri, la mia editrice, dicendomi che a me sta friggendo troppo in fretta il sedere. Il libro vende bene, anche se all'inizio si è mosso con lentezza. Lei è soddisfatta. Il guaio è che io già pensavo di vederlo navigare sull'onda della testa della classifica dei bestseller. Ma, si sa, gli autori sono impazienti e io in modo particolare. Come quando vado allo stadio e appena l'arbitro ha fischiato il calcio d'inizio guardo l'orologio per vedere quanto manca.

In questi giorni poi in Germania è arrivato autunno inoltrato: pioggia e freddo. Questa mattina sulla mia loggia erano 14°! Sarà per questo che mi girano tanto i marroni. Via i calzoncini corti, via le magliette senza maniche. Di notte il termometro scende sotto i 10°: tira di nuovo fuori le coperte e le giacche e le scarpe invernali. Ma che schifo 'st'estate!

Sto scrivendo un altro libro (ma guarda!). È una storia di nuovo conio per me (leggi: argomento mai affrontato prima) e necessita di pause di riflessione. Qui il blog casca a pennello. Mi serve a non mordermi le budella per qualche idea che mi esce storta e che non riesco a raddrizzare.
Ma non vi parlerò del nuovo, porta sfiga parlarne prima che sia finito, si corre il rischio di non finirlo mai.
Adesso faccio colazione (robbetta: caffè, due fette tostate, burro e marmellata), poi riprendo a parlare di "Martedì", dei personaggi femminili di "Martedì". Ce ne sono di interessanti. Vi racconterò come li ho pensati, elaborati e scritti. Non mi piace dire: come li ho creati. Di questi tempi mai atteggiarsi a creatore. "Mala tempora currunt". Oggi meno si parla delle donne che si è conosciute, meglio è.
Taci, il nemico ti ascolta.
E ti frega.

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